Ci sono state volgarità straordinarie in questo congresso ma, per i quasi 38 anni di militanza comunista della mia vita, posso dire che vale guardare l’orizzonte. Difficilmente mi sono lasciato invischiare in un decadimento che è indicativo dei problemi che ha la sinistra, la nostra comunità, la società italiana.
Ho vissuto questo congresso come un compimento della sconfitta che ha riguardato la sinistra in Italia, come la conseguenza di quella sconfitta, come un arretramento culturale.
Ho sentito nel dibattito toni espliciti di plebeismo. E siccome sono stato educato alla cultura comunista da vecchi braccianti poveri e analfabeti, che della lotta contro il plebeismo culturale facevano la cifra del loro essere comunisti, sento un arretramento. Questa comunità ha scelto un’altra strada. Quella della maggioranza ricercata nelle alchimie che non hanno respiro, non prefigurano prospettiva e non danno un gran futuro al nostro partito.[…]Continua >