Credo che la condizione carceraria nella stagione berlusconiana abbia raggiunto il punto più alto di disumanità e di inciviltà. Il sovraffollamento ha raggiunto vette che non hanno precedenti nella storia repubblicana. Decine di migliaia di detenuti ammassati nelle carceri italiane significa una condizione in aperta violazione della nostra Costituzione e di tutti i principi che regolano lo stato di diritto nel mondo.
Il carcere non è una vendetta, non può essere una tortura. Alla privazione della libertà personale si cumula una sequenza impressionante di violazioni della dignità delle persone.
Allora spero che l’annunciato provvedimento del governo Monti e del neoministro della Giustizia sia l’occasione non per un provvedimento tampone ma per una riflessione di fondo su come cambiare, e riformare radicalmente la pena carceraria.