La deflagrazione del centrodestra è sotto i nostri occhi. Ho letto del nuovo contrasto tra Berlusconi e Fini, e non mi pare un problema che riguarda la superficie della politica o copioni cinematografici dentro al Palazzo con la P maiuscola. La deflagrazione del centrodestra è figlia di una crepa autentica che si è aperta tra Berlusconi e l’Italia e non è solo figlia delle fratture all’interno del centrodestra. Sono fratture di natura culturale, politica e strategica, quindi non sono più sanabili.
In questo scenario il centrosinistra dovrebbe concentrarsi sul Paese e guardare alla profondità della crisi, essere in grado di mettere in piedi un percorso che restituisca prospettiva e speranza a una generazione che è espiantata dalle prospettive del lavoro. Dobbiamo essere la coalizione che è capace di portare a sepoltura il berlusconismo, a condizione di essere in grado di aprire una discussione pubblica su idee forti, di parlare della scuola, dei beni comuni, del lavoro con il linguaggio dell’alternativa.
In quest’ottica la richiesta delle primarie è un dato ormai generalizzato. Penso che tutto il centrosinistra cominci a concordare sul fatto che bisogna mettere in campo un processo di forte impatto democratico, per restituire utilità e forza al centrosinistra.