Internet è molto di più di un nuovo modo di comunicare tra i tanti. E’ il più importante mezzo di produzione, ri-produzione e fruizione del sapere, di condivisione della conoscenza e persino delle esperienze di vita. In quanto rete è un luogo che non divide più così nettamente produttori e consumatori: chiunque può diventare giornalista, scrittore, regista, musicista, rompendo le vecchie mediazioni del passato. E’ una rivoluzione vera e propria: chi era sotto ora può essere sopra, chi era periferia può diventare centro.
Ma perché la Rete continui ad essere questo luogo straordinario occorre che rimanga libera. Le decisioni che l’Autorità Garante per le Comunicazioni si accinge a prendere non aiutano l’espressione della libertà ma rischiano di fare dell’Italia uno dei Paesi più chiusi, dove con il pretesto della tutela del diritto d’autore potrebbero realizzarsi veri interventi censori.
E’ sacrosanto tutelare il diritto d’autore, ma questo non può essere fatto a discapito della Rete. Serve invece una grande revisione del copyright che trovi il modo di assicurare i diritti di tutti. Che dia cioè il giusto riconoscimento morale ed economico agli autori “istituzionali” ma che permetta nuovamente di meticciare, grazie alle nuove tecnologie, il proprio sapere con quello altrui, costruendo un sapere più grande. Che lasci la libertà creativa, ri-creativa e di critica a ciascuna e a ciascuno. Perché è questa la grande lezione della Scienza e delle Arti: guardare più lontano salendo sulle spalle di chi ci ha preceduto.
Non è un’utopia e ci sono già esperienze positive che contemperano gli interessi di tutti. Ma ora è il tempo di fermarsi, riflettere e non prendere decisioni che possano ipotecare il futuro.
E poi ripartire abbandonando i paradigmi del passato.