Questa mattina sono stato ascoltato in audizione, presso la Prefettura di Bari, dalla Commissione Parlamentare di Inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del servizio sanitario regionale. L’auspicio è che finisca la fase delle veline, dei dibattiti su cose di cui non abbiamo la percezione della consistenza, della verità. Il dibattito si sposti sulle cose vere e le cose vere le vogliamo sapere tutte, perché le cose vere quando ci indicheranno il male ci aiuteranno ad estirparlo. Noi vogliamo il bisturi del chirurgo per estirpare il male e abbiamo bisogno di diradare l’aria da queste nebbie che talvolta cercano soltanto di depistare l’attenzione dell’opinione pubblica. La Regione Puglia è molto contenta che ci sia anche un lavoro specifico della Commissione di Indagine del Senato. Abbiamo raccontato quale è stata la nostra opera, il nostro tentativo, che è in corso e che continuerà, di moralizzazione della vita pubblica in generale e, in particolare, del sistema sanitario. E’ stato un colloquio utile, ma credo che siamo dentro l’inizio di un percorso che attraverserà tutta la sanità italiana, perché questo è il tema, tema mirato a ragionare sulle radici dei fenomeni corruttivi che possono meritare l’iniziativa del legislatore. In particolar modo, ho sottolineato la necessità di riflettere su un sistema sanitario che appare ibrido, per metà aziendalistico e per metà politicizzato, e sulla necessità di mettere mano ad una riforma delle professioni e del management sanitario. Ho ragionato sul fatto che il grosso della dissipazione di risorse pubbliche in sanità è dovuto alla povertà dei servizi socio-assistenziali nei territori, al fatto che gli ospedali in maniera inappropriata diventano luoghi di salute e non di cura. I luoghi di salute devono essere viceversa nel territorio, nella scuola, nella famiglia, nella bonifica ambientale degli apparati produttivi.