C’è un’Italia migliore
Il libro della Fabbrica di Nichi (ed. Fandango)
“È necessario cambiare paradigma, ripensando completamente il rapporto tra uomo e ambiente: la visione antropocentrica deve fare spazio a un nuovo biocentrismo. L’uomo fa parte di un eco-sistema, all’interno del quale convivono diverse specie strettamente interdipendenti. L’intera biosfera va intesa come spazio in cui inserire un’idea di progresso. Bisogna accettarlo. È in questo ragionamento che ambientalismo ed ecologia non sono più confinati in una prospettiva di lotta e di resistenza, ma acquistano un significato positivo, un ruolo decisamente da protagonisti. Devono entrare nelle scelte strategiche dei governi, attraversare la vita quotidiana di ciascuno di noi, influire su ogni forma di sviluppo, avere un impatto determinante sulle nostre decisioni, dalle più semplici a quelle più complesse. Sovvertire la priorità delle cose, questo è l’obiettivo cruciale. Allo sfruttamento delle risorse è necessario contrapporre la tutela dei beni comuni. Come l’acqua, bene non assoggettabile alle logiche di mercato perché diritto umano inalienabile, appartenente a tutti, in piena armonia con le recenti risoluzioni Onu e con la battaglia portata avanti dall’ambientalista indiana Vandana Shiva. Finora i processi di privatizzazione dell’acqua, infatti, hanno prodotto solo un peggioramento di servizi e l’inevitabile innalzamento delle tariffe. Questo perché capitalismo e teorie derivanti, hanno clamorosamente fallito. I beni comuni non possono essere svincolati dal principio di gratuità dell’accesso e dell’uso di beni essenziali per la vita stessa dell’essere umano.” (pagine 129-130).
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